mercoledì 1 dicembre 2010

Attila



Mio padre (Mario Rosario Bernardi, 1913-2000) perse la madre quando aveva nove anni. Si chiuse in sé e si appassionò di opere liriche. Mi diceva che le ascoltava con le cuffie tramite la radio a galena che si era costruito egli stesso. Ero adolescente quando mi ‘invitò’ a vedere l’Attila di Giuseppe Verdi al teatro dell’Opera di Roma.

Mi disse: "Prima di vederla la devi studiare, altrimenti non l’apprezzi". Così feci. La studiai per un paio di giorni e me ne appassionai. Scoprii Verdi e il suo modo di fare musica. Il preludio all’opera mi risulta fantastico, ma ancora di più mi sembra l’attacco del primo atto: una musica modernissima.

Ero già andato con mio padre all’opera, la prima volta al Teatro San Carlo di Napoli, praticamente attaccato al Palazzo Reale. Vidi con lui Carmen, di Bizet. Ricordo ancora oggi i magici momenti dell’opera. Mi sembrava di essere grande, così come le altre persone che seguivano le note dell’autore.

Attila fu la nona opera di Verdi e non ebbe un gran successo alla sua prima rappresentazione. Non è nemmeno rappresentata con tanta frequenza. Eppure è bellissima. E’ il Verdi che esploderà poi con le cosiddette opere popolari: Traviata, Trovatore, Rigoletto.

Oggi per me Attila è uno spezzone della mia vita. Un brano della mia adolescenza. Quando ascolto il preludio, una magica atmosfera si inserisce nel mio animo. Sogno. Vibro. Canto. E la musica mi dà quella emozione che provai quando ero adolescente. Vivere a 61 anni da adolescente non è male.

2 commenti:

  1. E' vero, l'attacco del primo atto è moderno, accattivante, dirompente. Non è il Verdi facile della Traviata: si deve pensare un po', lasciarlo arrivare.

    RispondiElimina
  2. E quello del Preludio di Attila è struggente. Ripeto: struggente. Lascia presagire quello che Verdi ci darà negli anni seguenti. Ora che scrivo ho nelle orecchie la 5^ sinfonia di Ludwig van Beethoven, ma non è la stessa cosa: questa è grandiosa. Verdi è struggente. L'attacco al primo atto verrà ripreso circa cento anni dopo con il Rock and roll. Stupefacente.

    RispondiElimina