sabato 11 dicembre 2010

Reginella



Avevo quattordici anni e abitavamo a Roma, quando a Napoli mamma (eravamo andati lei e io a trovare il nonno) con i suoi risparmi mi comprò la mia prima chitarra. Costò quattordicimila lire. Fu tra i più bei regali della mia vita, in primo luogo perché venne da mamma, poi perché dette vita a una mia primaria passione: il canto.

La prendemmo dai Cimmino in via Santa Brigida. I Cimmino erano stati dirimpettai del nonno (abitavano di fronte a lui sullo stesso pianerottolo al numero 25 di vico Rosario di Palazzo); erano una famiglia di musicisti e avevano aperto lì un negozio di articoli musicali. A mio padre fu destinata una bugia: mamma gli disse che la chitarra me l’aveva regalata il nonno, per non farlo arrabbiare a causa dei soldi spesi.

Cominciai a imparare i primi accordi e tra i primi il ‘giro del do’ (Do, La-, Re-, Sol7). Con quella serie di quattro accordi imparai le prime canzoni: quelle di Gino Paoli. Più tardi passai a Fabrizio De André. Qualche tempo dopo comprai i dischi ‘long playing’ dal numero 5 al numero 8 della raccolta ‘Napoletana’, che era stata pubblicata da Roberto Murolo in 12 dischi, con la collaborazione del chitarrista Eduardo Caliendo, nel 1963. Lì nacque e si sviluppò la mia passione per la canzone napoletana.

Reginella (così come tutta la canzone napoletana) ha accompagnato la mia vita e ancora oggi, quando ne ascolto le note recitate-cantate da Roberto Murolo, mi assale una commozione. Murolo ha insegnato al mondo che la canzone napoletana si può cantare anche a mezza voce e non c’è bisogno di esibirsi in drammatici acuti per farla apprezzare. E’ un dire ‘Ti amo’ senza urlare, ma sottovoce.

Chissà quante volte ognuno di noi ha volto il pensiero alla sua Reginella del passato! Chissà quante volte a quella del presente! A me è accaduto e accade ancora. Mi sono fatto l’idea che chiamare una donna ‘Regina della mia vita’ sia la massima aspirazione per un uomo, ma forse questa è solo una mia idea: romantica, idealista, sognatrice, al di fuori dei tempi. Ma se è così, così sia. E allora fatemi prendere la mia chitarra e lasciatemi solo a cantare ancora una volta per la mia Reginella.

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