venerdì 17 febbraio 2012

Maria Concetta



Tra i volti che mi offre la televisione, sopra tutti preferisco quello di Maria Concetta Mattei, giornalista del TG-2 che conduce l'edizione delle 20.30 e anche la rubrica "Storie". Oltre a essere una bella signora dai modi educati e signorili, ha anche un modo di presentare i servizi tra i più professionali che io abbia mai avuto modo di osservare. Mai una parola fuori posto, mai la tentazione di cedere al protagonismo, mai sensazionalismi. Ascoltare lei è come leggere un dispaccio di agenzia: asciutto, senza aggettivi, senza subordinate, senza retorica. Assolve il suo compito quasi nell'ombra, per non rubare spazio a ciò che è più importante nella trasmissione che conduce: il servizio giornalistico.

E a proposito di agenzia, mi piace ricordare spesso l'aneddoto che si racconta nell'ambito giornalistico. Un giornalista alle prime armi chiese al direttore di agenzia come dovesse scrivere. Questi gli rispose: "Scrivi come ti pare; quando hai finito, leva tutti gli aggettivi". Eh già, gli aggettivi sono un commento che il giornalista fa a quello che lui stesso dice, Ma lui non deve commentare. Molto proficuo fu ciò che raccomandò invece a me il direttore della Gazzetta di Modena, quando nel 1986 cominciai a collaborare mentre ero addetto stampa dell'Accademia Militare. "Nelle prime dieci righe ci deve stare tutta la notizia" disse. "E il commento?" chiesi io. "Il commento lascialo fare ai lettori" replicò.

Quando mi venne in mente l'idea di registrare al tribunale di Verona "Pagine di Difesa" e cominciare a pubblicare, cercai di dare alla rivista online la massima professionalità possibile. Così mi misi alla ricerca sul web di qualcosa che mi desse dei buoni consigli. Trovai "Come si scrive per il Sole 24 Ore", una manna di notizie utili per scrivere bene, in modo efficace, corretto e senza annoiare il lettore. Mi adeguai e cercai di indirizzare a questo modo di scrivere anche i miei collaboratori. Da allora credo di avere imparato e messo in pratica molti insegnamenti che mi sono stati dati da quella pagina: uso delle maiuscole, degli avverbi, degli aggettivi e tante altre cose.

Cose che ho anche cercato di riversare sugli ufficiali ai quali ho tenuto dei corsi di comunicazione e relazioni con la stampa: frequentatori del Corso superiore di stato maggiore interforze presso il Centro alti studi della Difesa a Roma e del Corso normale di stato maggiore presso l'Istituto di studi militari marittimi a Venezia. "Evitate di usare gli avverbi in ...mente: allungano la frase e non aggiungono niente a quello che volete dire" oppure "Mettete sempre il soggetto all'inizio della frase, come fanno gli inglesi, così chi vi legge o vi ascolta sa subito di che cosa state parlando" oppure "Evitate le frasi fatte, le frasi retoriche e le figure retoriche del discorso, perché correte il rischio di essere fraintesi". Tra gli altri, anche "Nello scrivere e nel parlare è importante essere intesi, ma ancora più importante non essere fraintesi".

Uno dei consigli che ancora mi fa piacere ricordare riguarda l'uso della iniziale maiuscola. Nel linguaggio burocratico sappiamo tutti che le iniziali maiuscole abbondano, molte volte quasi con il timore di offendere il superiore o la carica di cui si sta scrivendo. La grammatica della lingua italiana è molto chiara a tale proposito: l'iniziale maiuscola si usa con i nomi propri. E basta. Ci sono però dei casi in cui si usa, ma non ho trovato la regola da nessuna parte, così me la sono creata io: quella dell'antonomàsia. Ad esempio, esistono tante case bianche al mondo, ma quando scriviamo Casa Bianca sappiamo che ci riferiamo - per antonomàsia - alla residenza del presidente degli Stati Uniti. Lo stesso vale per Palazzo di Vetro. E anche per presidente del Consiglio. Perché? Perché quando si scrive Consiglio si intende consiglio dei ministri (in questo caso tutto minuscolo).

Mah! Mi sono lasciato un po' andare e ho dimenticato il punto dal quale ero partito: Maria Concetta Mattei. Eppure è stata proprio lei, con il suo linguaggio così asciutto ed efficace che mi ha fatto tornare alla mente che cosa significa "scrivere in modo efficace", per essere compresi e non essere fraintesi.

PS. Questo scritto lo leggerò e rileggerò più volte, sempre ponendomi la stessa domanda: "Sarò riuscito a farmi intendere e non fraintendere?".

9 commenti:

  1. ...e bravo Pipo! Ho scritto bene? Scherzi a parte, caro Giovanni, ti ringrazio per gli utilissimi suggerimenti.
    Ugo Errante

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  2. Intendevi condividere esperienze e buone pratiche per scrivere in modo efficace e trasmettere un messaggio?
    Ho capito o frainteso?
    Mi rimane però assai più forte un altro messaggio: quanto e brava e bella Maria Concetta! Non sarai un discepolo del linguista George Lakoff? (vedere http://www.fusiorari.it/lakoff.htm ) e ci hai detto: "Non pensare a Maria Concetta", intendendo deliberatamente il contrario.
    Certo che se il titolo dell'articolo fossi stato sul scrivere bene forse non lo avrei letto, per Maria Concetta son venuto subito a godermelo.
    Grazie Giovanni, bel articolo e buon marketing.
    Javier Aguirre

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  3. Di certo, il mio commento precedente è in Itagnolo, l'italiano non lo padroneggerò mai e gli errori dilagano indisturbati (ad esempio fossi invece di fosse).
    Javier Aguirre

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  4. Concordo sul tuo giudizio riguardo a Maria Concetta e penso che, oltre ad essere altamente professionale, é anche una donna di classe.
    Simo

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  5. Maria Concetta, la più bella esca che potevi usare per farci abboccare ad una lezione di stile... letterario.
    Ricordo le tue lezioni su "Pagine di Difesa", così come qualche tuo recente consiglio del quale ti sono grato... .
    Ciao, amico, e ben tornato nell'agone...

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  6. Grazie a tutti. Maria Concetta Mattei è stata veramente lo spunto che mi ha fatto meditare sulla efficacia della buona prosa, anche quando è solo parlata e non scritta. Ricordo a tale proposito Giovanni Spadolini, che parlava veramente - come si suol dire - come un libro stampato.

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  7. Indubbiamente nessuno potrà mai dire, signor Generale, che lei non sia un buongustaio in fatto di donne.
    Mediatiche e non.

    Saluti e chiedo perdono per averlo letto dopo tantissimi mesi dalla data di pubblicazione: imperdsonabilissimo

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  8. Il diavolo è nei dettagli o, meglio, negli aggettivi... che i media main stream propalano senza pudore a eterna difesa del Gattopardo. Comunque, Maria Concetta è una donna di classe. Concordo.

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