domenica 12 febbraio 2012

Il giullare

Questo sketch di Enrico Brignano (fai clic su questo link per vederlo) è andato in onda su Italia 1 giovedì 9 febbraio di sera nel corso del programma "Le iene". Alla fine del suo sproloquio sul tema "neve" (a partire dal 7' 17'' nel video), ha detto: "Un'ultima cosa e poi vado via. Al ministro della Difesa: se l'Esercito Italiano per difendermi dalla neve vuole 60 euro al giorno a sordato, per difendermi dar nemico quanto vole? Oh, parlamose chiaro, sennò io m'arrendo subito. Eh, lo dico pe' voi!".

Preciso che a me questo giullare non ha mai fatto ridere. Il suo lo trovo un umorismo banale, da borgata romana, scontato, niente di originale. La notizia dei 70 euro/giorno (70, non 60) a soldato si era diramata senza controllo in tutto il web e una quantità di testate giornalistiche l'hanno pubblicata senza verificarla (errore gravissimo per chi fa giornalismo serio). La smentita è arrivata (poco puntuale, però) da parte del ministero della Difesa.

Ho scritto 'poco puntuale' perché è arrivata quando ormai la notizia si era diffusa a macchia d'olio. Ora, un ufficio stampa che funziona monìtora le agenzie e, nel caso in cui sia partita una notizia falsa, dirama immediatamente la smentita, proprio per evitare che il falso arrivi alla opinione pubblica o, quanto meno, arrivi assieme alla smentita. Questo non è avvenuto e ora, in barba alla smentita della Difesa, l'opinione pubblica è convinta che i militari si fanno pagare per intervenire in caso di pubbliche calamità.

La verità è un'altra. In primo luogo, eventuali compensazioni amministrative avvengono tra ministeri a consuntivo e non all'atto della esigenza. In secondo luogo, se ci saranno compensazioni, riguarderanno il carburante e le ore di straordinario del personale impiegato. Questo per il semplice motivo che la Difesa non ha un capitolo di bilancio al quale imputare le spese per pubbliche calamità.

E Brignano? Brignano, non volendo considerare quello che guadagna per le stronzate che dice in televisione, lo possiamo pure perdonare: è un ometto che per vivere deve far ridere la gente. L'Esercito Italiano no!

11 commenti:

  1. Risposte
    1. Caro Fernando,
      quello che hai scritto è sacrosanto. Ma io sono un pò navigato e mi chiedo: le cose funzionano ancora così? Da quando è nata la protezione civile i militari offrono un "concorso".Ora , sembra, che non siano più le prefetture a dover chiedere i concorsi ma le regioni...Quante richieste sono arrivate alle varie caserme sparse in Italia? Cosa hanno risposto?La risposta più corretta potrebbe essere , prego di rivolgersi al COI(Centro Operativo Interforze). Qualcun altro potrebbe aver preso la circolare ed applicato quanto in essa previsto. "Potremo intervenire su autorizzazione del Comando Brigata, ma la informo che un militare, trattandosi di concorso, costa X € giorno". Rivoltosi al Comando Brigata quel sindaco potrebbe aver ricevuto una risposta simile: "Potremo intervenire su autorizzazione del FOD , ma siamo altresì tenuti ad informarla che, trattandosi di un consorso, l'impiego dei militari ha un costo di X € da versare in anticipo sul CC ecc." Arrivato al FOD lo stesso sindaco potrebbe aver ricevuto una risposta simile: "Il FOD è l'organo preposto al coordinamento degli interventi sul territorio di competenza,ma l'impiego dei militari è di competenza del COI a cui rivolgeremo la richiesta tramite COMFOTER e lo SME". Caro Fernando , non ti sto parlando di fantascienza. Ad una riunione a PALERMO per la difesa di punti sensibili davanti al prefetto si erano riuniti: il Questore, il Comandante Provinciale dei CC e 6 (SEI) Rappresentanti delle Forze Armate (tutti in uniforme color EI) per decidere di offrire un concorso di 200 uomini, ritenuto lo sforzo massimo dell'organizzazione difesa.Non se ne fece niente! Troppo complicato!Palermo operò con le sole forze di polizia. Tutto il settore va rivisto. E' vero quello che è scritto "Emergenza neve: e se affidassimo ai militari i compiti di protezione civile?
      blog.panorama.it". Ma va fatta una revisione anche al nostro interno dei compiti e degli organi di comando.Di quest'ultimi ce ne sono troppi...
      Giovanni Ridinò

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    2. Credo proprio che questi malintesi accadono per mancanza di pianificazione. Tutti dovrebbero sapere tutto "a priori" e non cominciare a parlarne quando l'evento si verifica.
      Ugo Errante

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  2. sei stato un Signore. condivido il tuo pensiero

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  3. Probabilmente la battuta è stata costruita sulle notizie sensazionalistiche sopraggiunte, mi permetto di dire che forse gli è sfuggita di bocca, non ci ho visto l'acredine in uso a molti altri.
    Dico questo perchè per strappare un consenso od un applauso molti fanno acrobazie ed hanno stravolto i valori ai quali siamo stati legati che costitiuvano le nostre certezze e sicurezze.Da qualche tempo in quà abbiamo svalicato, mia nonna mi ripeteva un proverbio: scherza coi fanti, ma lascia stare i santi. Stiamo a poco a poco scendendo la china nel modo più becero. Alla radio che ascolto in macchina alle ore 14.00 o giù di lì sento uno strano individuo che pronuncia "stikazzi" a profusione. La prima volta può far sorridere,ma l'abuso di questa espressione inserita a forza dovunque provoca un certo disagio.
    Sento già tuonare qualcuno che dice che sono un falso, un perbenista.Mi permetto di fare un esempio: noi tutti emettiamo peti (volgarmente scoregge) e andiamo a defecare in bagno, ma tali azioni evitiamo di farle pubblicamente, anche in natura gli animali a compiere certi atti si appartano. Sono crollati i punti saldi a forza di aggiustare, perdonare ecccessivamente, comprendere facciamo male a noi stessia ed agli altri. Illustro un altro episodio: frequentavo la terza media in una scuola tenuta da religiosi. Un giorno dopo una partita di calcio con una pompa mi misi a bagnare le scale di un edificio, così senza senso allo scopo del puro divertimento.Sopragiunse poco dopo un addetto alla sorveglianza che mi dette due sonori ceffoni (giustamente). Tornai a casa e non raccontai nulla a miei genitori, sicuramente avrei preso l'aggiunta Alcuni giorni dopo rincontrai il sorvegliante che si scusava di avermi dato i ceffoni capii che c'era rimasto male ed era dispiaciuto, gli dissi che aveva fatto bene e che avevo capito la lezione,quando ci incontrammo le volte successive ci scambiavamo sorrisi di cordialità senza nessun rancore. Mi sono un pò perso, mi sento un pò come Ersilio Tonini

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    1. Concordo: credo che stiamo scendendo un po' la china del buon gusto. Mentre da una parte andiamo sempre più verso una rappresentazione virtuale della realtà, dall'altra dobbiamo stupire, meravigliare, fare sensazione. E in questo fare sensazione sono comprese anche le parolacce e gli atti osceni.

      E' pur vero che il 'comune senso del pudore' evolve e quello che era scandalo cinquant'anni fa oggi è ben tollerato (mi riferisco ad esempio alla convivenza tra due adulti di sesso diverso o dello stesso sesso), tuttavia esiste un limite del buon gusto che non molti hanno. Il comico che ho citato - almeno secondo me - non ce l'ha.

      In questo periodo guardo di tanto in tanto Striscia la notizia. Ebbene, sia Ezio Greggio sia Michelle Hunziker sono comici, e lo fanno con molta professionalità, ma non valicano mai quella soglia del buon gusto che trasforma una sana e genuina risata in una scomposta sganasciata da bettola.

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  4. [Prima parte]

    Adoro questa penna cui mi ispiro per migliorarmi e che posso tranquillamente dire avermi insegnato, della lingua italiana e del suo corretto uso, ben più delle tante professoresse che si sono succedute negli anni e nei vari gradi di istruzione.

    Riguardo lo spunto della riflessione, sono dell'idea che un comico è soltanto un comico (e questo in particolare sta li perché a molti piace) e che scendere in polemica con un saltimbanco non fa altro che attribuirgli più credibilità di quanta non ne meriti: ricordando Plauto, è soltanto uno che emette flautolenze per far ridere, niente di nuovo.

    [nota: scommettiamo che questa settimana il saltimbanco chiederà venia per quanto detto?]

    Sono però interessato più alla questione soggiacente, riguardo la quale ho tentato di farmi un'idea un po' più definita.

    I ragazzi dell'IFG (Istituto di Formazione Giornalistica, ifg.uniurb.it) di Urbino stanno indagando sulla questione: suggerisco di tenere sott'occhio "Il Ducato", il loro giornale on-line, per leggere il loro sunto della faccenda una volta che l'emergenza sarà rientrata.

    Proverò comunque a raccontare un po' cosa credo di sapere sin'ora e a capire per deduzione cosa potrebbe essere accaduto: suggerimenti e critiche saranno ben accolti.

    Da fonti comunali, parrebbe che davvero essi abbiano ricevuto una "preventivazione economica" (poi se lo si preferisce, la si può anche chiamare diversamente), sulla base del "tariffario" aggiornato emanato dai FOD, i Comandi delle Forze Operative di Difesa: a Urbino per 10 spalatori 700 euro al giorno, ad Ancona 200 euro al giorno per i bobcat, 800-900 per una ruspa.

    I sindaci sono allora andati a piangere dal presidente della provincia Matteo Ricci (si, si chiama come quello di Firenze), il quale ha poi gridato allo scandalo costringendo il Ministero della Difesa - almeno questo fa sembrare la sequenza temporale - al comunicato stampa cui tu stesso ti riferisci nel post.

    In effetti, il Regolamento di Contabilità Generale dello Stato mi consta che preveda che gli oneri finanziari connessi con gli interventi per emergenza e sostenuti dalla Difesa siano a carico della autorità che li ha richiesti.

    Fonti dell'Esercito m'hanno parlato dell'effettiva esistenza - pur senza averla ancora vista - della "nota di linguaggio" dei FOD ove si comunica il nuovo tariffario.
    Ho comunque appreso di passati interventi a supporto della Protezione Civile ove, a fine intervento, il comandante dell'Esercito sul campo si occupava di redigere, sulla base del tariffario di FOD allora in vigore, la nota spese da presentare al comune ove si era intervenuti.
    Tra i vertici dell'Esercito pare anche che serpeggi il sospetto che alcuni comuni "ci marciano" con le richieste di concorso: questa potrebbe essere una delle ragioni che avrebbero indotto il ministero a rivedere il tariffario.

    [continua...]

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  5. [Seconda Parte]

    E' comunque evidente, da quanto detto sin qui, che la questione economica non si risolve tra ministeri - come invece vorrebbe far credere il comunicato stampa della Difesa - se non forse in caso di proclamato stato di calamità: altrimenti la questione è tra amministrazioni locali (comuni / province) ed enti periferici (reggimenti / FOD).

    Il Prefetto di Pesaro-Urbino ha dichiarato l'emergenza dopo che i comuni erano già sotto la neve e avevano richiesto l'intervento dell'Esercito: forse è questa la ragione in causa della quale essi hanno ricevuto delle "preventivazioni economiche".

    Riguardo il ritardo nel dichiarare lo stato d'emergenza, sappiamo da fonti universitarie che il Rettore di Urbino e il suo Direttore Amministrativo avessero chiesto al prefetto cosa fare (non potendo chiudere l'Università, in quanto pubblico servizio, senza autorizzazione prefettizia), con la neve oramai alle finestre, e che questi avesse risposto d'aspettare altre 12 ore.

    Da fonti dei Vigili del Fuoco, parrebbe che il prefetto attendesse che il responsabile della Protezione Civile emanasse la comunicazione di rischio per la pubblica sicurezza in conseguenza di eccezionali eventi atmosferici e meteorologici e che costui però mancasse di dati a supporto dell'emergenza.

    Dai responsabili dei servizi meteorologici integrati dell'Università d'Urbino, parrebbe che la Protezione Civile abbia una sua rete di centinaia e centinaia di stazioni meteo automatizzate e non presidiate e che queste, finite sotto la neve, semplicemente avessero smesso di funzionare (per ragioni non note, la Protezione Civile non s'avvarrebbe infatti per i dati "ufficiali" delle reti meteo nazionali già funzionanti, basate parte su centraline automatiche e parte su centrali presidiate).

    Da http://www.paolacasoli.com/2012/02/maltempo-continua-il-supporto-dell%E2%80%99esercito-alle-prefetture-in-emergenza-ecco-i-reparti-intervenuti/ sappiamo comunque che sin ora sono intervenuti circa 400 uomini e 70 mezzi: a quale titolo economico lo scopriremo nelle prossime settimane.

    Il succo è che qui si è caduti in una clamorosa situazione di conflitti di competenze, di bizantinismi burocratici, di ridondanza di strutture...

    Una follia!

    E fortuna che non è successo nulla di davvero irreparabile!

    Rimane poi il fatto che parlare di chi paga chi, quando c'è la gente isolata e il concorso in caso di pubblica calamità è uno compiti delle Forze Amarte, è l'evidente sintomo che si è rotto qualcosa di fondante nel meccanismo civile di questo Paese...

    [Fine]

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  6. I post che ho letto mi hanno fatto molto meditare sul fatto che evidentemente nella edificazione della struttura della Protezione Civile e nell'impiego dei soccorsi sia stato costruito un mostro burocratico che prima di intervenire deve superare una fase di inerzia iniziale non indifferente.

    Quello che conta in tutti i casi di calamità naturale o di gravi incidenti (vedi Concordia) è la tempestività dell'intervento. La macchina burocratica si può attivare sì, ma dopo. L'organizzazione della Protezione Civile prevede sale operative (quindi competenze) a livello centrale, regionale, provinciale (prefettura) e comunale. Non considerando quella regionale (che si attiva di rado), la struttura sembrerebbe snella. Lo sarebbe senz'altro se fossero chiari i compiti.

    Per quanto ne so, i prefetti, dichiarato lo stato di emergenza, sono in grado di dare ordini a tutte le forze disponibili sul territorio e per le quali è previsto l'impiego in caso di emergenza (anche le unità militari). In questo caso (la testimonianza di Matteo Rossini ne è l'evidenza), mi è sembrato che le prefetture abbiano sottovalutato la situazione. Personalmente, infatti, ho notato un 'profilo basso' delle prefetture. Non sarà mica qui che si è inceppata la macchina?

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  7. Caro Giovanni, ben trovato! Leggo solo ora.
    Sulla questione hai perfettamente ragione circa il monitoraggio dell' informazione. Capacità? Risorse? Volonta? Sull' argomento principe ha invece ben detto il generale Ridinò, non per niente già Comandante di FOD. Ritengo che tutto il settore vada rivisto alla luce soprattutto delle indiscutibili capacità dell'Esercito, quindi della necessità della F.A. di riacquistare quell'autorevolezza sul territorio nazionale che è sempre stata la sua quintessenza ed una "assicurazione" sulla sua sopravvivenza nel gioco dei "poteri reali".

    Ricordiamoci comunque che la "protezione civile" (oltre alla "difesa civile") l'abbiamo inventata noi, sia con gli interventi d'urgenza vari, sia con la effettiva sistemazione istituzionale; per la cronaca (dimenticata anche dai nostri stessi Stati Maggiori) proprio la mia Sezione dello SME (Uf Add Reg) negli anni fine 70 inizio 80, coordinava TUTTE le agenzie nazionali (comprese "grandi rischi", "istituto sismologia", le regioni, etc..) e stabiliva le esercitazioni: quella nazionale su un tema/minaccia concordata con le agenzie citate ed affidata ad una Regione amministrativa con il sostegno del Comando Territoriale competente, e diverse esercitazioni regionali, nelle quali (forse ricorderai) venivano almeno aggiornati i piani. POI nacque LA Protezione Civile, con annessi e connessi, inclusi i conflitti di competenza con Mininterno.

    Ora il buon Brignano, insieme con i vari parolai ... si diano una regolata, con la ridicola gestione della situazione romana, e riflettano sul baccano suscitato per una spolverata di neve mentre altrove in questa povera Italia la Gente si è data da fare e sta ancora sopravvivendo con metri di neve addosso. Grazie per il contatto. Complimenti per il blog e per l' impegno. Ogni bene.
    Alberto Ficuciello

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