lunedì 8 novembre 2010

Mi manchi




C’è sempre qualcosa o qualcuno che mi manca in qualche momento della mia vità. Così, ora una volta ora l’altra, mi manca un bastone al quale appoggiarmi nei momenti in cui sto per cadere e sento il bisogno di una mano vicina che me lo porga. Mi manca la corsa, di quando me ne andavo anche con la neve per terra ed ero vestito così strano, con cuffia di lana, maglione a collo alto, pantaloncini, calzamaglia e TRX Competition dell’Adidas, che mia figlia mi diceva: "Mi sembri il grillo parlante".

Mi manca la bicicletta, il vento in faccia, il manubrio da corsa, i pneumatici tubolari, le gambe che giravano da sole e quella volta che a Civitavecchia infilai il binario del treno e mi ritrovai a terra ridendo di me e pieno di escoriazioni. Mi manca la moto; il motore con tutta la sua cavalleria tra le gambe, che se vuoi sentire il brivido della velocità solo sulla moto lo puoi provare. E le curve dopo Maranello verso l’Appennino, dove andavo per fare le pieghe e ogni tanto si trovavano le piccole lapidi di chi aveva osato troppo.

Mi manca il paracadute; quel brivido prima di saltare che fa salire i battiti del cuore e la terra che si allontana a mano a mano che l’aereo sale; poi il ‘via’, il salto, il vuoto, la calotta che si apre, il controllo calotta e il silenzio totale che ti fa sentire in un altro mondo. Mi mancano i soldati che quando mi incontravano mi salutavano sorridendo; uno, al termine del suo periodo di naja mi disse: "Il più bel periodo della mia vita".

Mi mancano il nonno, zio Vincenzo, zia Caterina, i Natali vissuti con loro e i Capodanni coi botti. A tavola si era sempre un sacco di gente ed Ernesto e Antonio se ne inventavano sempre una per ridere e far ridere, anche quando attaccarono una chewing-gum alla neo-barba di Sergio, che ne andava tanto fiero. Mi manca la casa di Napoli; non ho mai sofferto tanto freddo come in quella casa nelle serate d’inverno; eppure nel mio ricordo c’è solo il calore umano che emanava da chi la viveva.

Mi manca Sissi, cognata-sorella che ha raggiunto il Padre troppo presto. Mi manca babbo, le sue opere liriche, che se ora mi viene un dubbio non so più a chi chiedere. Le sue sfuriate. I suoi ultimi giorni, le sue ultime ore, i suoi ultimi minuti.

Mi manca sempre qualcuno o qualcosa; anche se c’è, mi manca. Le sere vuote. Vicina ma troppo lontana, mi manchi tu.

4 commenti:

  1. Mi manca la spensieratezza di quei giorni......mi manca mia mamma....l'altra parte del cordone ombelicare ! Mi hai fatto venire una tristezza!

    RispondiElimina
  2. Carissimo Giovanni, scusami se mi intrometto ma lo faccio a seguito del commento di cuginica perchè, in effetti, questa tua riflessione trasmette tristezza.
    Prova a fare un elenco delle cose o delle persone che ti piacciono e che puoi ancora usare o frequentare.
    Il segreto del buon vivere, forse, sta nella capacità di adattamento al presente pensando al futuro.
    Ti abbraccio
    Francesco

    RispondiElimina
  3. Francesco,
    grazie per le tue considerazioni. Sento però il bisogno di replicare. Il blog, per come lo intendo io, non è trovare "L'arte della felicità" (con questo titolo ho letto proprio quest'anno un libro-intervista al Dalai Lama), ma scrivere quello che salta in mente.

    Se quello che mi salta in mente, per una persona che mi legge, trasmette tristezza, tristezza sia. Ti posso però assicurare che a un'altra persona che non è intervenuta nel blog il mio scritto ha trasmesso tutt'altro che tristezza. Me lo ha comunicato con una telefonata.

    Ciò che la mia meditazione ha trasmesso a "cuginica" lo chiamerei rimpianto. So bene che la chiave per vivere sereni è vivere il presente e lasciare che si dileguino i rimpianti, i rimorsi e i rancori del passato.

    Ma il rimpianto (o la tristezza) che ha provato "cuginica" è stato come quel sentimento che prende quando si sfoglia insieme un album di fotografie e si rievocano ricordi in comune (in questo caso miei e di "cuginica"). Solo questo.

    Oggi è oggi; e domani sarà un altro giorno con un altro sorgere del sole.

    RispondiElimina
  4. Hai ragione Gianni,il mio è forse più un rimpianto dei bei tempi ma penso a come sarebbe triste vivere l'oggi senza sfogliare l'album dei ricordi anche se a volte ti prende la malinconia. Non ci sentiremmo ancora più soli?

    RispondiElimina