sabato 7 gennaio 2012

Sei gennaio

Oggi sono 40 anni dalla morte di mio nonno Romolo. I genitori di mio padre non li conobbi: nonna Carmela morì nel 1922, quando mio padre aveva nove anni; nonno Giovanni nel 1943 e mio padre era prigioniero in India. Dei genitori di mamma, nonna Filomena morì che ero troppo piccolo per conservarne il ricordo. Così mi rimase solo nonno Romolo, che accompagnò con la sua figura di uomo anziano e saggio prima la mia infanzia poi l'adolescenza.

Era giovedì 6 gennaio 1972; frequentavo la Scuola di applicazione di artiglieria a Torino, ma ero a Roma dai miei per le vacanze natalizie. Il giorno dopo sarei dovuto rientrare a Torino. La mattina il nonno aveva lavorato ai suoi conti di commercialista; poi il pranzo. Nel pomeriggio si mise a riposare, ma non si sentì bene, così chiamò mamma; poi anche me. Si spense come si spegne una candela: ultimo anelito, ultimo tremore di fiamma.

72. Nonno

Il nonno si addormentò
nel letto della cameretta
Aprì la finestra in alto
lei
la figlia
per lasciarlo andare
finalmente libero
Ma non se ne andò
Forse un attimo
solo un attimo
a salutare la sposa
che riposava da tanto
Non se ne andò
La sua presenza
da quella adolescenza
appena terminata
a questa maturità
indicarmi la strada
cancellarmi le impronte sbagliate
prendermi per mano
confortarmi

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