"Mi sono vista dall’alto mentre ero sul letto in coma", così mi ha detto un’amica, che in un altro momento della sua confessione ha aggiunto: "Ho incontrato mia madre e mia nonna. Nonna era giovane, come non l’avevo mai vista, ma l’ho riconosciuta. Mamma mi ha detto che non poteva ancora venire da me". Ci credo a quello che mi ha detto l’amica. Di testimonianze come queste ne ho avute altre due o tre. Sono anche studiate da quella categoria di medici non presuntuosi, che ritengono che ogni esperienza vada studiata per quella che è, con curiosità.
Quello che le ha detto la mamma è chiarissimo. In primo luogo, è chiaro che non era ancora il suo momento di morire; poi – ancora più chiaro – sarà lei, la mamma, che l’andrà a prendere quando sarà il momento. Sono tante le testimonianze che ci dicono questo. Persone che vivono una esperienza di pre-morte e la raccontano a noi, che siamo ancora viventi. La cosa, quindi, non mi meraviglia. Così come non mi meraviglia quello che mi ha detto un’altra amica: "Quando mi sono lanciata dal quinto piano perché volevo morire, mi sono sentita prendere in braccio". Si fratturò femore e bacino. Ora è viva.
Io non ci ho mai provato a darmi la morte, anche se in qualche momento di depressione il pensiero si è avvicinato, ma sono stato capace di svicolare in tempo. Mi piace vivere. Almeno per il momento, mi piace vivere. Mi piace la vita con quei suoi momenti di felicità e di tristezza, di euforia e di malinconia. Mi piace così com’è, come me l’ha data nostro Signore. "Chi vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce ogni giorno e mi segua". Accidenti, che parole formidabili ci dice nostro Signore!
Rinnegare me stesso. La mia vita. Il mio essere. Quello che sono e sono stato. E poi prendere la croce, la croce di ogni giorno, quella che ognuno di noi si lamenta di avere. La croce da portare con sé è quella che ognuno merita ogni giorno.
Ma sai che ti dico? Quasi quasi la mia croce me la piglio e me la porto appresso sulle spalle tutti i giorni. Poi si vedrà…
... e poi a un tratto ti accorgi che la croce diventa sempre più leggera fino a che non ne sentirai più il peso.
RispondiEliminaAccidenti, Toya, che cosa splendida hai scritto! Avevo lasciato i puntini di sospensione perché non riuscivo a chiudere il cerchio. Lo hai fatto tu. E' vero, è vero, sacrosantamente vero: la croce, a portarla con Fede, poi non se ne sente più il peso. Non ci ero arrivato ancora. Grazie per avermi illuminato.
RispondiElimina:)
RispondiEliminaC'é sempre qualcuno, vicino a noi, che magicamente ci aiuta a "chiudere il cerchio".
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