Giovedì primo marzo 2012. Mi sveglio
alle otto e mezza, che per me è come dire all'alba. In questi ultimi
mesi mi si è spostato il fuso orario: vado a letto tardi e mi
sveglio tardi. Prima di tutto il caffè e, mentre aspetto che passi,
mi fumo la prima sigaretta della giornata. Il micio reclama la pappa,
così gliene dò in abbondanza da una scatoletta di Gourmet. Ne vuole
ancora. Ancora scatoletta. Intanto passa il caffè e ne prendo una
tazzina. Seconda sigaretta. Accendo il computer e scarico la posta,
poi in giro per il web e Facebook.
Sono quasi le undici. Squilla il
Vodafone: è Matteo. "Ciao Matteo, come va, a cosa devo il
piacere della tua telefonata?". "Ti devo dire che c'è
stato un piccolo cambiamento di programma: sei nonno!". "...
... ... ...". Rimango senza parole. Poi mi riprendo:
"Accipicchia Matteo, che notizia, ma non scadevano i conti il 28
marzo?". "Questa mattina Maria Vittoria ha notato delle
perdite, così siamo andati all'ospedale per una visita e il medico
ha deciso di fare il cesareo. Ti passo Maria Vittoria".
"Ciao Pipo". "Ciao
Cucciolo, come stai?". "Bene, un po' rimbambita dalla
anestesia, ma bene. Non vuoi sapere come si chiama?". Il nome
della bambina è stato tenuto sotto embargo per tutta la durata della
gravidanza, così io non ho la minima idea di quale nome le abbiano
dato. "No, voglio prima sapere come sta". "E' in
incubatrice nel nido. Si chiama Elettra". "Accidenti che
nome importante! Come la figlia di Guglielmo Marconi". "Beh,
come figlia di un marconista...". Matteo era capitano delle
Trasmissioni dell'Esercito prima di lasciare il servizio. La
telefonata si conclude con un "ciao Cucciolo".
Accidenti, adesso che faccio? Che cosa
si fa quando si sa di essere diventato nonno? Boh! Non ne ho
esperienza: è la prima volta. Mando un sms a mio fratello e a mia
sorella. Marica mi risponde subito: "Termino la conference call
e ti chiamo". Romolo mi chiama più tardi e gli dico quello che
so. Poco: non ho neanche chiesto quanto pesa e quanto è lunga. Me ne
rendo conto quando Marica me lo chiede. Ma che ne so io delle cose
che si devono sapere per fare un comunicato stampa quando si diventa
nonni! Metto la notizia su Facebook e dopo poco arrivano i commenti
degli amici. Mi chiama Gianfranco; stiamo un'ora al telefono.
Uffa, che cosa faccio ora? Mi vesto ed
esco. Vado al bar vicino casa. Lo hanno rinnovato da poco e faccio i
miei complimenti al giovane che mi serve il cornetto e il caffè.
Buono questo caffè. "Fammene un altro, per favore". Prendo
una stecca di sigarette. Ma visto che questo mese di marzo è
cominciato tanto bene, sai che faccio? "Dammi anche due euro di
Superenalotto". Attraverso la strada per andare all'alimentari.
Ho bisogno dell'olio, ma il proprietario che io chiamo don Roberto
riesce a vendermi anche un etto di prosciutto, un fior di latte e sei
carciofi puliti.
Pranzo, o meglio tento di pranzare.
Prima telefonate, poi viene Marica a rendermi una visita di
congratulazioni. Finalmente pranzo, ma devo chiudere il gatto che è
attirato dall'odore del prosciutto. Primo pomeriggio da nonno. Verso
tardi provo a telefonare a Matteo: non risponde. Allora provo a casa
dei suoi genitori, prima con-suoceri ora con-nonni: squilla e non
risponde nessuno. Ansia. Provo sul telefonino di Maria Vittoria:
squilla e non risponde. Ri-ansia. Finalmente mi risponde l'Angela, la
madre di Matteo. "Eravamo andati all'ospedale, poi Teo e Toya li
hanno fatti entrare nel nido con la bambina e noi siamo venuti via.
No, non è più in incubatrice, l'hanno messa nel lettino".
Dopo cena cerco di vedere il giovane
Montalbano, ma sento una specie di tensione. Chiamo un'amica che mi
tranquillizza. A mezzanotte vado a letto. Penso ai due cucciolotti.
Non trattengo una lacrima. "Buona notte Cucciolo di papà. Buona
notte Amore di nonno".